Lavorare in Inghilterra

Brexit in Inghilterra

Sin dall’inizio di questa mia avventura in Inghilterra, mi sono trovato nel bel mezzo del dibattito della Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Era maggio 2016 e ricordo molto bene che qui non si faceva altro che parlare del referendum. Il popolo britannico, con questo referendum, fu favorevole all’uscita dall’Unione Europea, cosa che sconvolse non poco tutta Europa.

Come era prima il mercato del lavoro?

Prima per trovare lavoro in Inghilterra, o nel Regno Unito in generale, era abbastanza semplice. Se ti trasferivi qui dall’estero erano molteplici le possibilità della ricerca. Potevi andare ad un’agenzia del lavoro, la quale dava molte opportunità anche alle persone che non bazzicavano parecchio la lingua inglese. Infatti in molte fabbriche, complice l’altissimo numero di stranieri e di gruppi etnici della stessa nazione, non era molto richiesta la padronanza della lingua per i lavoratori che svolgevano mansioni principalmente manuali.

Ti presentavi all’agenzia e il personale ti dava un test per verificare le tue competenze linguistiche, in base al risultato, ti fornivano la cosiddetta “Induction”, che serviva essenzialmente a formarsi sulle regole della fabbrica e i principi di “Manuel Handling”, semplicemente tutte le informazioni utili per svolgere il lavoro correttamente e in sicurezza senza infortunarsi.

Un altro metodo per trovare lavoro era quello di ricercare su siti, quali Indeed e semplicemente candidarsi tramite il proprio smartphone, residente o non in Inghilterra.

Nel 2016 le paghe e il minimo salariale era piuttosto basso, si parlava di 6,50 sterline ad ora per il lavoro meno pagato. Man mano col tempo questo livello è andato nel tempo sempre più crescendo, infatti tuttora è a 8,91 sterline ad ora, complici anche tutti gli aumenti di affitto e dei viveri avvenuti in questi anni. Per dirvi una pizza al ristorante vi costerebbe sopra le 10 sterline!

Inghilterra

Come è cambiato adesso?

Al giorno d’oggi è molto complicato venire qui in Inghilterra dopo la Brexit, facendo la stessa procedura descritta sopra. Infatti, non basta più avventurarsi, prendendo il primo aereo e trasferendosi qui, adesso è fondamentale avere il visto, in inglese chiamato il Pre Settled Status.

Dal 1° gennaio 2021 sono entrate in vigore le nuove norme che regolano l’accesso degli stranieri in base alla finalità del soggiorno, se eri residente prima di questa data, eri esente da queste norme, purché compilavi un modulo per la permanenza nel Regno Unito, fornendo tutti i dati necessari (contratto di lavoro, di affitto, passaporto e prova che risiedevi in Inghilterra, tipo bolletta o resoconto bancario).

Da inizio 2021, il Regno Unito ha deciso di aprire le porte solo a lavoratori qualificati e in possesso di competenze minime, raggiungibili attraverso un sistema a punti che determina l’ottenimento del visto lavorativo.

Ma cosa sono questi punti?

Il punteggio si calcola in base ai requisiti raggiunti al momento della richiesta del visto Skilled worker e si ottiene solamente con il raggiungimento di 70 punti. I requisiti obbligatori ti forniscono un totale di 50 e sono:

  • Il datore di lavoro che propone l’impiego deve possedere una licenza di sponsor;
  • Il lavoro deve richiedere una qualifica minima corrispondente al nostro diploma di scuola superiore;
  • Il lavoratore deve avere una padronanza dell’inglese almeno di livello intermedio (il cosiddetto B1).

Questi requisiti garantiscono 50 punti. Per ottenerlo servono altri 20 raggiungibili attraverso l’ammontare dello stipendio annuo  che deve essere superiore a 25600 sterline. In alternativa se è inferiore (ma comunque superiore a 20480 annui) si ottengono i 20 punti se si è in possesso di un titolo di dottore di ricerca, per il lavoro in questione o in discipline tecnologiche e scientifiche e/o la posizione lavorativa appartiene ad un settore in carenza di personale o in ambito sanitario o educativo.

Qualora si soddisfano i precedenti requisiti, altri consigli utili sono la ricerca di un alloggio prima del trasferimento e calcolare il costo della vita nella città in cui si risiederà.

L’iscrizione all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) è fondamentale, cosi come l’apertura di un conto corrente con una banca inglese. Tranquilli non ci sono assolutamente costi mensili o annui.

Infine, l’acquisto di una scheda telefonica con numero inglese, acquistabile presso qualsiasi negozio, la richiesta e l’ottenimento del NIN (National Insurance Number), codice fiscale inglese fondamentale e obbligatorio per trovare lavoro.

Conclusione

Detto questo, se hai voglia di trasferirti e provare l’esperienza inglese, non avventurarti, perché sarebbe rischioso e controproducente. Valuta molto bene se soddisfi i requisiti sopra citati per l’ottenimento del visto e non posso far altro che augurarti buona fortuna!

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